Mamma rimane mortificata dopo che un assistente di volo la riprende per aver cambiato la sua bimba in aereo
Viaggiare in aereo dovrebbe essere uno di quei momenti in cui ci può rilassare e si può godere di una bella vista e perché no, di un po' di pace e riposo: niente e nessuno ci vieta di schiacciare un pisolino o di guardare un film durante il volo, specialmente se parliamo di una tratta abbastanza lunga.
Tuttavia se si ha a che fare con un bambino, un infante, la situazione - per ovvi motivi - cambia drasticamente. Ma questo fa parte dell'essere genitori e non rappresenta un problema privo di soluzioni. Ben diverso è se però ci si ritrova a destreggiarsi con bimbo e a "combattere" anche contro un assistente di volo particolarmente ostile.
L'insolita storia di Farah Naz Khan
Rahul Singh/Pexels
Questo è esattamente ciò che è capitato alla mamma protagonista di questa vicenda, Farah Naz Khan, durante il suo volo - tra l'altro in prima classe - per viaggiare dal Montana a Houston. La donna, una dottoressa specializzata in endocrinologia, stava volando con suo marito e la loro figlioletta quando la piccola aveva cominciato a piangere.
Dopo qualche rapida verifica la mamma si era accorta che la bimba necessitava di essere cambiata e così si era alzata con tutto l'occorrente pronta per effettuarle il cambio del pannolino. Una volta arrivata in bagno aveva provveduto a sistemare a dovere la sua piccina ed era pronta per tornare a sedersi al suo posto. Tuttavia era stata fermata bruscamente da una voce innervosita e concitata.
"Dove pensi di andare? Hai appena buttato un pannolino sporco nel cestino del bagno? Sai che c'è il rischio di una contaminazione biologica?!", gli aveva detto un assistente di volo con fare sprezzante.
Una chiamata inquietante
Pickpik
La donna voleva spiegare di aver ben sigillato in una busta il pannolino sporco prima di buttarlo nel cestino, ma non ne era riuscita a motivare le sue ragioni per via dell'impeto con il quale era stata rimproverata: quell'uomo aveva preteso che lei tornasse in bagno, frugasse tra i rifiuti, e tornasse con il pannolino. "Mi sono sentita umiliata e mortificata a essere ripresa in quella maniera davanti a tutti gli altri passeggeri", ha in seguito dichiarato la donna. Infine aveva passato il resto del volo con il capo chino, l'amaro in bocca, e la busta del pannolino di sua figlia ai suoi piedi...
Così non appena rincasata aveva deciso due cose: non avrebbe mai più volato con quella compagnia aerea e avrebbe contattato l'assistenza clienti per segnalare l'accaduto e sporgere un reclamo verso l'individuo che l'aveva trattata a quella maniera. Poco dopo aver inviato una segnalazione scritta il suo cellulare aveva cominciato a squillare: era la compagnia aerea, ma una volta risposto aveva subito capito che non avrebbe ricevuto alcun tipo di scuse.
Un voce maschile infastidita le comunicava che lei e la sua famiglia erano stati messi in una no fly list (una lista di chi non può volare). Era l'assistente che l'aveva maltrattata verbalmente, ne era sicura e ora le comunicava questa notizia continuando a inveire contro di lei usando termini assai poco carini come "voi gente"...
La donna ora è seriamente preoccupata: come ha fatto quella persona ad avere il suo recapito telefonico personale? Crede dunque che la sicurezza della sua famiglia sia a repentaglio e chiede giustizia per i torti subiti. Voi cosa ne pensate?