Il figlio di 3 anni non è pronto per andare all'asilo: papà lo lascia a casa per "protesta"
I genitori molte volte sono dei veri supereroi: hanno mille impegni, ma riescono a fare sempre ogni cosa, o meglio, ci provano. Gli impegni quotidiani, infatti, sono tantissimi e non è così scontato che si riesca davvero a provvedere a tutti. La cosa importante affinché la "macchina" familiare funzioni alla perfezione è collaborare. L'insieme dell'impegno di ogni membro della famiglia, soprattutto dei genitori quando i figli sono piccoli, è la carta vincente affinché tutto vada bene.
Non sembra proprio che questo, però, sia lo stile di tutte le famiglie e, di certo, non di quella al centro di questa vicenda. Vediamo insieme come mai e cos'è accaduto.
Un atteggiamento che ha stancato l'uomo
Artyom Malyukov/Pexels - Not the actual photo
La storia è stata riportata su Reddit da un utente, un papà che, stanco di un atteggiamento reiterato da parte della moglie, ha deciso di sfogarsi, ma soprattutto di chiedere agli altri cosa pensassero della sua situazione e se fosse lui ad essere in torto.
"Io e mia moglie abbiamo un bambino di 3 anni che frequenta l'asilo - ha esordito l'uomo - Visto che mia moglie non può guidare sono io ad accompagnarlo tutte le mattine e mia suocera a riprenderlo. Se riesco ad uscire di casa con mio figlio entro le 8:45, sono certo di poterlo accompagnare senza fare tardi a lavoro, ma mia moglie è molto lenta nel prepararlo e finisco per fare tardi".
Dunque la cosa di cui si lamentava principalmente questo papà era di non poter arrivare in orario a lavoro a causa della scarsa collaborazione di sua moglie in fase di preparazione del bimbo.
La drastica decisione
Peakpx
"Da quando nostro figlio ha iniziato la scuola sono già arrivato in ritardo 4 volte e lavoro in un campo per cui non posso permettermelo - si è sfogato ancora l'uomo - Una mattina mi sono reso conto che mia moglie era come al solito in ritardo, sono uscito e ho lasciato il bimbo a casa. Lei mi urlava contro, ma non potevo aspettare e le ho detto che se non lo voleva a casa, avrebbe dovuto essere un po' più veloce la mattina".
Così il piccolo è rimasto con lei per tutto il giorno, ma la mattina successiva era pronto all'orario giusto ed è andato a scuola come previsto. La puntualità della donna ha avuto durata brevissima, tanto da aver ricominciato dopo 24 ore a riadagiarsi. Per questo motivo è arrivata la decisione del marito: o il figlio sarebbe stato pronto entro le 8:45 o sarebbe rimasto a casa.
"Quando è successo quell'episodio lei è rimasta molto male e quando sono rientrato alle 23 a casa, non ha esitato a farmelo notare - ha scritto ancora il papà - esagero io e c'è qualcosa di cui forse non mi rendo conto?".
La risposta degli utenti
Gli utenti del web hanno lasciato il loro commento sostenendo l'uomo, ma cercando anche di fare chiarezza. "Non ho capito e ho bisogno di qualche altra informazione: tu esci alle 8:45 e rientri alle 23 da lavoro?" - ha chiesto una persona prima di dire la sua. Il protagonista della vicenda ha risposto che si, lui è l'unico a lavorare in casa e ha necessità di fare due lavori per riuscire a mantenere un certo stile di vita, compreso l'asilo del figlio.
Risposta che ha fatto propendere del tutto il consenso nei suoi confronti, a sfavore della moglie che per la maggior parte avrebbe potuto dare un aiuto in più, così da evitare che il compagno facesse doppio lavoro e che si stressasse per riuscire a mantenere un ritmo troppo alto per i loro standard. "Hai parlato con tua moglie del fatto che non puoi permetterti quello stile di vita e che non hai alcuna relazione con tuo figlio visto che non riesci ad essere mai a casa?" - ha sostenuto un altro utente.
Una situazione in bilico che, ammettiamolo pure, metterebbe in difficoltà chiunque. Ecco perché in casi del genere - ma dovrebbe sempre essere così - la collaborazione tra coniugi non può mai mancare e bisogna aiutarsi il più possibile per far marciare al meglio un macchinario organizzativo giornaliero.
Tu che ne pensi della faccenda?